Le Patate di Rotzo vantano una lunga tradizione che risale al 1700, quando l'abate Agostino Dal Pozzo suggerì l'introduzione di questa coltura nell'altopiano dei Sette Comuni, e in particolare a Rotzo, il comune più antico della zona.
“Per supplire alla scarsezza de’ grani non mancherò di suggerire a’ miei connazionali, come cosa molto utile, la introduzione della pianta che chiamasi patata”. (cit. Abate Agostino Dal Pozzo)
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Grazie alla combinazione unica di clima, altitudine e suolo, le patate di Rotzo hanno sviluppato caratteristiche distintive che le rendono un prodotto di eccellenza nel Veneto e in tutta Italia.
Origini e diffusione
L'abate Dal Pozzo, noto storico locale, fu il primo a consigliare la coltivazione della patata nell'area, prevedendo il suo potenziale come fonte di sostentamento. Nel corso dei secoli, la coltivazione si è radicata nelle tradizioni locali, diventando parte integrante dell'economia agricola di Rotzo. Mario Rigoni Stern, scrittore altopianese, ha descritto nei suoi libri come le patate di Rotzo fossero già un elemento fondamentale della vita contadina.
Condizioni climatiche e coltivazione
Il successo delle patate di Rotzo è strettamente legato alle condizioni climatiche favorevoli dell'altopiano. Il terreno è di origine morenica, quindi ben drenato e ricco di sostanze nutritive. Le piogge primaverili abbondanti, insieme alle temperature estive moderate e alle forti escursioni termiche tra giorno e notte, creano l'ambiente perfetto per lo sviluppo delle piante di patate.
Questi fattori garantiscono che le patate di Rotzo abbiano una consistenza farinosa, perfetta per molte preparazioni tradizionali, come gli gnocchi, il purè o le patate al forno. La farinosità è uno degli elementi che contraddistingue queste patate, grazie alla ridotta accumulazione di acqua nei tuberi e alla maggiore concentrazione di amido.
Le varietà coltivate
Oggi, le principali varietà di Patate di Rotzo coltivate sono la Bintje e la Desirèe. La Bintje ha la buccia gialla ed è particolarmente apprezzata per la preparazione di gnocchi, poiché, essendo ricca di amido, richiede pochissima farina. È ottima anche lessata, al vapore o in purea.
La Desirèe, invece, ha la buccia rossa ed è più versatile, leggermente più umida rispetto alla Bintje. Si presta benissimo per le cotture al forno e fritte, ma anche lessata o in purè. La raccolta delle Desirèe avviene in autunno, ma la varietà si conserva bene per tutto l'inverno.
Un prodotto di qualità certificata
Le Patate di Rotzo sono oggi riconosciute con la denominazione De.Co. (Denominazione Comunale di Origine), un marchio che certifica la qualità del prodotto e il suo forte legame con il territorio. La coltivazione segue pratiche tradizionali e sostenibili, con la rotazione delle colture per preservare la fertilità del suolo e l'uso di concimi naturali, come lo stallatico bovino.
Importanza culturale e gastronomica
Nel corso degli anni, le patate di Rotzo sono diventate un simbolo dell'agricoltura locale, unendo passato e presente in un prodotto che racconta la storia del territorio. Queste patate sono protagoniste di molte ricette tradizionali della cucina veneta, amate per il loro sapore genuino e la loro versatilità. Le famiglie di produttori locali si impegnano a mantenere vive queste tradizioni, garantendo un uso sostenibile della terra e la continuità di una coltivazione che ha radici profonde.
Le patate di Rotzo sono apprezzate sia dai consumatori locali che dai ristoratori, che ne lodano la qualità superiore e l'unicità, facendone un prodotto ricercato anche al di fuori del territorio veneto.
In sintesi, la storia delle Patate di Rotzo è un racconto di tradizione, territorio e qualità, che continua a vivere grazie all'impegno delle famiglie di agricoltori e alla particolarità delle condizioni naturali dell'Altopiano di Asiago.
Gli scritti sulla Patata di Rotzo
Un altro elemento affascinante della storia delle Patate di Rotzo è il legame con la cultura locale, immortalato da autori importanti come Mario Rigoni Stern, che nei suoi scritti dipingeva i campi di patate come parte integrante della vita semplice e serena dell'Altopiano, ma anche da artisti e poeti locali, come Giovanni Dal Pozzo e dallo stesso Abate Agostino Dal Pozzo nei suoi scritti.
Di seguito, tre pezzi dedicati alle Patate di Rotzo, che evidenzia l'importanza simbolica e culturale di queste patate e di questo territorio.
Una simpatica poesia del poeta locale Giovanni Dal Pozzo ne descrive la versatilità in cucina:
"Tra i frutti che quest'anno da' la terra,
che giorno dopo giorno viene arata
e si coltiva al sole e non in serra
con prodotti genuini concimata,
spiccano, chiari, bruni, allineati,
della patata i tuberi bramati.
Sono bintje le brunette
rugginose, delicate,
ricche d'occhi e di vallette,
buone a gnocchi che lessate,
la cui pasta giallo-abrata
anche arrosto e' prelibata."
(Da “La Festa della Patata”, poesia tratta dal libro “Voci dall’Altopiano” di Giovanni Dal Pozzo.)
Il carattere famigliare delle piccole aziende agricole è ben documentato anche da Mario Rigoni Stern, nel suo libro “Sentieri sotto la neve”, che commenta con queste parole la natura delle genti contadine di Rotzo:
“Oggi sono andato a fare provviste di patate... I campi al sole, gli orti davanti le case, il bosco che avanza e la montagna dietro le spalle; lindore, aria pulita, gente serena che poco chiede. Gli altri nativi sono in Canadа, Australia, Francia… Il ragazzo dal quale ho comprato due quintali di patate concimate con il letame e coltivate senza prodotti chimici dopo aver dissodato un terreno vegro è diplomato, ma piuttosto che scendere a lavorare in città, preferisce stare quassù con maggiore lavoro e minore guadagno…”
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